ACQUA a N’TCHANGUE

Prot. n. 21833
Al Presidente dell’Autorità d’ambito torinese n. 3
Via Lagrange, 35
10123 TORINO

Località: N’TCHANGUE, settore di Nhacra, regione Oio, stato Guinea-Bissau
Proponenti e Enti co-finanziatori: Comune di Leinì, Comune di Borgaro Torinese, Comune di Caselle Torinese e Comune di Volpiano
Responsabile del Progetto: Comune di Leinì
Ente finanziatore: Autorità d’ambito torinese n. 3 – Ente di governo per la programmazione, organizzazione e controllo del servizio idrico integrato (acquedotto, fognatura e depurazione)
Ente esecutore del progetto e co-finanziatore: Associazione Abala lite
Durata prevista: 14 mesi.

Finalità d’intervento
Realizzare nel villaggio di N’Tchangue un sistema idrico capace di garantire acqua potabile alla popolazione. Il progetto si inserisce negli obiettivi del Millennio delle Nazioni Unite.
Descrizione del progetto
Nel quadro complessivo della cooperazione decentrata il rapporto tra Enti locali è fondamentale per il rafforzamento della governance territoriale e delle competenze dei governi locali. In questa direzione la recente legge sulla cooperazione italiana, le indicazioni dell’Unione Europea, gli indirizzi delle Nazioni Unite chiamano i Comuni ad un ruolo da protagonisti per il raggiungimento degli obiettivi definiti a livello internazionale. Solo attraverso l’impegno degli Enti locali è possibile raggiungere obiettivi ambiziosi tanto nel campo dei diritti umani, quanto nell’esercizio di servizi pubblici di buona qualità.

Il Comune di Nhacra, che tra le altre cose ha un sindaco donna, vive come primaria emergenza la condizione precaria della popolazione del villaggio di N’Tchangue, colpita da rilevanti tassi di mortalità, da condizioni sanitarie insufficienti e da approvvigionamento idrico diretto inesistente. La scarsità d’acqua influisce negativamente su più aspetti della vita, ad esempio non permette di diminuire i tassi di mortalità infantile, di debellare le malattie gastroenteriche, di arginare l’esodo rurale dei giovani e rende impossibile praticare la coltivazione agricola ad uso domestico.

L’emergenza acqua obbliga la popolazione di questo villaggio, per i loro consumi domestici, a utilizzare l’acqua dei fiumi (salmastra in alcuni periodi dell’anno), degli stagni, delle paludi e dei pozzi tradizionali, tutte fonti e vettori di numerose malattie, come la dissenteria, la gastroenterite e il colera, alimentando così il tasso di mortalità infantile.

Il progetto in oggetto si propone di intervenire per eliminare l’elemento centrale di questa emergenza, la scarsità d’acqua e la mancanza di risorse idriche di qualità. Costruire un pozzo a N’Tchangue significa portare una speranza.

L’obiettivo è quello di rendere potabile l’acqua e avvicinare quanto più possibile le sorgenti alla popolazione, attraverso la trivellazione di un nuovo pozzo. Questo vuol dire migliorare le condizioni di vita di donne, bambini dell’intero villaggio. L’acqua e l’accesso ad essa servono a migliorare le condizioni igienico-sanitarie, ad aiutare le donne nella coltivazione degli orti, la scuola nella pratica di attività degli orti scolastici, gli agricoltori e allevatori per migliorare le rese e il reddito in un contesto ambientale difficilissimo, a fare nascere attività in grado di generare ricavi a beneficio di tutta la popolazione.
Considerazioni finali
Il tema della tutela delle risorse idriche e del suo legame con la promozione dei diritti umani è elemento centrale delle politiche delle organizzazioni internazionali, dell’Unione Europea e delle indicazioni che ai governi locali sono inviate a tal proposito. Il supporto alle competenze dei governi locali nei paesi di destinazione dell’intervento rappresenta il valore aggiunto che la cooperazione decentrata offre.

Il dialogo tra amministrazioni locali è una via perché gli investimenti infrastrutturali siano accompagnati dall’animazione della popolazione interessata e dalla formazione dei funzionari selezionati in loco per le manutenzioni.

L’intero percorso sarà accompagnato dal coinvolgimento della cittadinanza e degli studenti dei nostri comuni perché il progetto possa raccontare gli obiettivi della cooperazione nel campo delle risorse idriche e sensibilizzare anche i nostri cittadini.

Nella fase di realizzazione del progetto sarà nostra intenzione coinvolgere attivamente le istituzioni scolastiche dei Comuni e l’ATO3 per una collaborazione tecnica nella formazione dei tecnici africani coinvolti.
Leinì, 29 ottobre 2014
Gabriella Leone
Sindaco di Leinì